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Un diamante accresciuto in laboratorio è un materiale prodotto dall’uomo che possiede la stessa composizione chimica e struttura cristallina della controparte naturale.
I diamanti accresciuti in laboratorio possono essere prodotti in colorazioni, purezza e forme polite molto simili a quelle naturali.
Visivamente identici ai diamanti naturali, le differenze sono nel modo in cui si sono accresciuti.
L’ambiente di accrescimento porta a differenti caratteristiche/elementi in traccia all’interno della pietra e questo può essere usato per identificarli ma solo con la strumentazione adeguata.
Hanno un aspetto simile alla gemma naturale.
Vengono chiamate imitazioni, simulanti o con nomi di fantasia o di proprietà.
Naturali o prodotti dall’uomo hanno composizione chimica differente, ricordano una gemma ma non ne possiedono le proprietà fisiche chimiche ed ottiche.
Un diamante accresciuto in laboratorio è un materiale prodotto dall’uomo che possiede la stessa composizione chimica e struttura cristallina della controparte naturale.
I diamanti accresciuti in laboratorio possono essere prodotti in colorazioni, purezza e forme polite molto simili a quelle naturali.
Si definisce trattamento qualsiasi processo di miglioramento che modifica l’aspetto o la composizione di un diamante.
Questi includono trattamenti su colore o purezza sia di materiale naturale che accresciuto.
Un diamante è un minerale; si forma e si accresce attraverso processi geologici naturali.
Naturale: formato completamente dalla natura senza alcun intervento umano durante la formazione.
Diamante: minerale consistente essenzialmente di carbonio cristallizzato nel sistema isometrico (cubico), con durezza sulla Scala di Mohs pari a 10, peso specifico circa 3.52 e un indice di rifrazione di circa 2.42, creato dalla natura.
Nota: la denominazione “diamante” senza altre specifiche implica sempre “diamante naturale”. Questi due termini sono equivalenti e hanno lo stesso significato.
La denominazione “diamante” senza ulteriori qualifiche dovrebbe essere usata soltanto per i diamanti, in accordo con questa definizione.
I primi sintetici HPHT furono prodotti negli anni ‘50 del secolo scorso.
Anche se fu la General Electric ad annunciarne per prima la la produzione commerciale, il primo diamante HPHT fu prodotto in realtà da una compagnia svedese chiamata ASEA.
Diamanti di dimensioni maggiori sono stati prodotti fra il 1970 e il 1980 da imprese come la General Electric, Sumitomo e De Beers ma sono stati usati solamente per usi tecnici e industriali.
I diamanti HPHT possono essere sia incolori che con colori fantasia. I cristalli incolore prevalgono nelle dimensioni piccole, da melee. È tecnicamente più difficile produrre sintetici HPHT di grandi dimensioni, anche se sono stati comunque prodotti.
Nei primi anni ‘50 del secolo scorso, un ricercatore americano dimostrò che poteva essere sintetizzato un sottile film di diamante a partire da gas contenenti carbonio usando una tecnica conosciuta come chemical vapour deposition (CVD). Dopo la scoperta iniziale, furono fatti piccoli progressi fino ai primi anni ‘80, quando gli sviluppi fatti in Giappone resero la tecnica più pratica.
Da quel momento, gruppi di ricerca in tutto il mondo iniziarono a studiare la crescita del materiale sintetico CVD, stimolati dalla prospettiva delle innumerevoli applicazioni possibili dei film di diamante prodotti in questo modo, sfruttando le sue proprietà ottiche, elettriche e termiche.
Gran parte del lavoro sui film sintetici CVD hanno riguardato il rivestimento di altri materiali con diamante policristallino.
Anche se il diamante policristallino può avere alte qualità ottiche, è estremamente difficile da polire in qualcosa che somigli ad una classica gemma, perché è formato da molti cristalliti concresciuti assieme, con differenti orientazioni, piuttosto che come un unico diamante molto sottile.
Questa tecnica può essere usata per molteplici applicazioni industriali, come il rivestimento di strumenti da taglio e finestre laser ad alta potenza.
La tecnica CVD permette anche di far crescere un singolo cristallo di diamante su un substrato di diamante a cristallo singolo.
Questo tipo di crescita viene chiamata omoepitassiale e i sintetici CVD prodotti in questo modo, se raggiungono uno spessore sufficiente, possono essere tagliati in gemme polite.